domenica 15 gennaio 2012

Sull'Evasione


E’ una considerazione ottusa che in realtà è davvero tale. Quindi scusatemi per la sua brevità e per la sua ermeticità, ma quello di cui vi voglio parlare è talmente vero che mi vedo costretto al non saper esprimermi come vorrei. Oggi vorrei scrivervi dell’Evasione. Ovvero?






E’ difficile spiegarmi perché il discorso poggia su un filo talmente sottile che basta un tenue soffio di vento per farlo cadere e rompere in mille piccoli pezzi. L’Evasione di cui cerco di parlarti non è una fuga qualsiasi, ma è la Fuga essenziale dell’Uomo. In fondo ogni fuga di cui siamo ogni giorno protagonisti o spettatori non è che un frammento di questa grande Fuga: la sensazione, talmente vera da far male, che non è questo il Mondo, non è questa la Vita, non è questa la Gioia, non sono queste le Cose, non sono davvero queste le Nuvole, i Monti, il Mare, il Sole, la Luna, le Stelle.  Come fare a spiegarlo? Come fare a spiegare che non è la macchina, non sono i soldi, non è l’amore, non è la gloria, non è il successo ad essere Reale, che la realtà stessa non è Reale? Un’immagine forse aiuterebbe: “come la sentinella che aspetta il mattino”, così come la dolce e tenue luce dell’alba che lentamente e timidamente illumina il mondo sottraendolo all’oscurità della notte, ridonandogli la sua vera Bellezza, il suo vero Senso, così io penso sia la condizione dell’Uomo in questa vita: un’attesa, un Gioco, una preparazione, un trampolino che si affaccia su un Mare talmente grande da non poterlo ridurre in nessuna definizione, di fronte al quale  si può soltanto balbettare come un bimbo meravigliato di fronte ad un regalo, ad un Qualcosa di totalmente immeritato.

Non so se l’immagine abbia potuto spiegare un po’ di più della Verità delle cose. Penso di no. O forse sì. Di certo voglio che sia chiaro una cosa: davanti al mondo non si può né fuggire, né stupidamente inchinarsi e adorarlo. La Fuga di cui parlo non è né l’evasione del tediato e del depresso né l’isolamento dimentico di tutto: non è insomma rigetto del mondo, perché il mondo è di per sé naturalmente buono e chiunque si arrenda di fronte al male è come un bambino che per paura del buio dimentica che esiste anche la Luce. La Fuga è ciò che di più allontana l’uomo dal considerare questo mondo come reale: reale nel senso di comprensibile, deducibile, linearmente esplicabile, in fin dei conti: misero, spoglio e angusto così come può essere la teoria di qualsiasi essere umano. La Fuga è la compagna e la vera paladina del Mistero, ciò che impedisce all’uomo di fare l’Errore più grande: chiudere l’universo in sé stesso, al posto di aprire se stesso all’universo.

Sinceramente non sono molto soddisfatto di quello che ho scritto, però spero che ci possano essere degli spunti per te, lettore. Perché la cosa più simile alla Fuga è il Gioco: un simbolo della realtà, un’immagine felice che fa intravedere appena quanto stupenda sia la realtà.  

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