venerdì 6 gennaio 2012

Sull'Epifania o del trionfo della libertà


Salve a tutti! Ritorno con una considerazione ottusa sbagliata. Mi spiego. Avevo intenzione di scrivere qualcosa per il natale, ma la mia solita pigrizia mi ha impedito di scrivere alcunché. Poco male, in realtà. Però dovrò deludere chi avesse pensato di scamparsela e così per dare un po' di sconforto a loro e un po' di soddisfazione a me, ho deciso di buttar giù qualcosa riguardo l'Epifania. Sì avete capito bene: l'Epifania. 




Preciso subito la mia più totale devozione alla befana, ai dolci e ai carboni: non posso negare così le mie convinzioni infantili e nemmeno la saggezza popolare nascosta in questa festa, anche se come tutti i bambini (da dolcetto o da carbone che sia) provo una certa divertita curiosità nei confronti dei “grandi” che cercano di trasformare anche questa ricorrenza in uno dei loro sport preferiti: il consumo. Il fatto inoltre che questa festa sia una festa decisamente rivolta ai bambini, non mi fa altro che ricordare che questo giorno è anche la festa di un altro Bambino e la storia di altri doni e di altre visite.

Epifania, vuol dire manifestazione. Il termine però non tragga in inganno. Si potrebbe infatti pensare ad una delle nostre manifestazioni moderne: sfarzi, luci abbaglianti, tappeti rossi, limousine lustrate a nuovo, vestiti costosi, flash di giornalisti, sorrisi che si fanno strada nel botulino di visi veri come un punto matematico [non esiste!]. Dio pare non fare così. La sua “manifestazione” avviene in una notte come tante altre, in una casetta di Betlemme, dove una piccola normale famigliola sta trascorrendo tranquillamente il tempo. Certo ci sono cortei di persone strane provenienti dall'oriente, con stuoli di cammelli e scrigni preziosi contenenti doni incredibili. Però se provassi a seguire questi signori riccamente vestiti cosa potrei mai vedere se non che essi di inginocchiano (così come si fa davanti ai Re) e adorano (come si fa davanti a Dio) un Bambino in braccio a sua Madre? Forse, forse amico lettore, noi moderni ci aspetteremmo di vedere un bagliore di luce provenire dal bambino o voci divine scendere dal cielo. Molto probabilmente, amico mio, vedremmo soltanto il bambino, spaurito, iniziare a piangere e cercare consolazione nelle braccia della mamma, così come fan tutti i bambini davanti a tanta gente. Normalità, tranquilla normalità. Eppure vedremmo anche quegli uomini lasciare la casa con stampata sulla faccia la certezza di aver visto Dio stesso.

Sento le proteste crescere: “Come si fa a credere ad un Dio fattosi bambino?” “Perché se questo Gesù è Dio come dici, non si è rivelato come una divinità dovrebbe fare, con cavalli e carri di fuoco, angeli scintillanti, suoni di trombe, prodigi grandi e segni incredibili? Perché dovrei credere che questo bambino normale, con i suoi risi, con i suoi vagiti, con i suoi pianti sia il Dio fatto uomo, il Messia?” Non ha senso potrebbe essere la risposta. Ti voglio dire una cosa: hai ragione e non hai ragione. Non ha senso e ha senso. Non ha senso per le ragioni che proponi. Ha senso per questa ragione e per molte altre a me ignote: la fede che ti viene chiesta non è quella di uno schiavo, ma quella dell'uomo libero. Il Dio Creatore non vuole l'uomo ridotto a bestia senza intelletto, l'Artista non vuole umiliare il suo capolavoro trattando come una semplice tintura senza alcun valore. Ti sembrerà strano, ma Dio non si manifesta in tutta la sua Divinità perché ha un rispetto reverenziale per te, uomo. Egli non vuole schiavi, ma figli. E la cosa più assurda è che potrebbe benissimo mostrarsi per Colui che E' in qualsiasi momento e allora non si potrebbe far altro che obbedire immediatamente senza via di scampo. Lui però non vuole. Preferisce le porte chiuse e le voci di scherno a uomini che non siano uomini.

“Dio non mi ha dato il dono della fede!”. Vero, non te l'ha dato. Ma tu lo hai chiesto? Tu lo hai desiderato? Lo hai cercato come perla preziosa? Hai lasciato almeno aperta la porta del tuo cuore per questo Bambino? Dono non è marchio indelebile sulla pelle dell'anima, ma un regalo prezioso porto con gentilezza da un Bambino indifeso! Sembrerà strano ma Dio crede così tanto in noi e nella nostra libertà, nelle nostre potenzialità e nella nostra bontà che corre il rischio di rimanere deluso. Amico, cercalo questo dono e potrai finalmente capire il senso della parola Epifania

2 commenti:

  1. Scrivi benissimo, Dino!

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  2. Grazie Dani, vediamo se prima o poi scrivo qualcosa di più grosso :D

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