Salve a tutti! Ritorno
con una considerazione ottusa sbagliata. Mi spiego. Avevo intenzione
di scrivere qualcosa per il natale, ma la mia solita pigrizia mi ha
impedito di scrivere alcunché. Poco male, in realtà. Però dovrò
deludere chi avesse pensato di scamparsela e così per dare un po' di
sconforto a loro e un po' di soddisfazione a me, ho deciso di buttar
giù qualcosa riguardo l'Epifania. Sì avete capito bene: l'Epifania.
Preciso subito la mia più
totale devozione alla befana, ai dolci e ai carboni: non posso negare
così le mie convinzioni infantili e nemmeno la saggezza popolare
nascosta in questa festa, anche se come tutti i bambini (da dolcetto
o da carbone che sia) provo una certa divertita curiosità nei
confronti dei “grandi” che cercano di trasformare anche questa
ricorrenza in uno dei loro sport preferiti: il consumo. Il fatto
inoltre che questa festa sia una festa decisamente rivolta ai
bambini, non mi fa altro che ricordare che questo giorno è anche la
festa di un altro Bambino e la storia di altri doni e di altre
visite.
Epifania, vuol dire
manifestazione. Il termine però non tragga in inganno. Si potrebbe
infatti pensare ad una delle nostre manifestazioni moderne: sfarzi,
luci abbaglianti, tappeti rossi, limousine lustrate a nuovo, vestiti
costosi, flash di giornalisti, sorrisi che si fanno strada nel
botulino di visi veri come un punto matematico [non esiste!]. Dio
pare non fare così. La sua “manifestazione” avviene in una
notte come tante altre, in una casetta di Betlemme, dove una piccola
normale famigliola sta trascorrendo tranquillamente il tempo. Certo
ci sono cortei di persone strane provenienti dall'oriente, con stuoli
di cammelli e scrigni preziosi contenenti doni incredibili. Però se
provassi a seguire questi signori riccamente vestiti cosa potrei mai
vedere se non che essi di inginocchiano (così come si fa davanti ai
Re) e adorano (come si fa davanti a Dio) un Bambino in braccio a sua
Madre? Forse, forse amico lettore, noi moderni ci aspetteremmo di
vedere un bagliore di luce provenire dal bambino o voci divine
scendere dal cielo. Molto probabilmente, amico mio, vedremmo soltanto
il bambino, spaurito, iniziare a piangere e cercare consolazione
nelle braccia della mamma, così come fan tutti i bambini davanti a
tanta gente. Normalità, tranquilla normalità. Eppure vedremmo anche
quegli uomini lasciare la casa con stampata sulla faccia la certezza
di aver visto Dio stesso.
Sento le proteste
crescere: “Come si fa a credere ad un Dio fattosi bambino?”
“Perché se questo Gesù è Dio come dici, non si è rivelato come
una divinità dovrebbe fare, con cavalli e carri di fuoco, angeli
scintillanti, suoni di trombe, prodigi grandi e segni incredibili?
Perché dovrei credere che questo bambino normale, con i suoi risi,
con i suoi vagiti, con i suoi pianti sia il Dio fatto uomo, il
Messia?” Non ha senso potrebbe essere la risposta. Ti voglio dire
una cosa: hai ragione e non hai ragione. Non ha senso e ha senso. Non
ha senso per le ragioni che proponi. Ha senso per questa ragione e
per molte altre a me ignote: la fede che ti viene chiesta non è
quella di uno schiavo, ma quella dell'uomo libero. Il Dio Creatore
non vuole l'uomo ridotto a bestia senza intelletto, l'Artista non
vuole umiliare il suo capolavoro trattando come una semplice tintura
senza alcun valore. Ti sembrerà strano, ma Dio non si manifesta in
tutta la sua Divinità perché ha un rispetto reverenziale per te,
uomo. Egli non vuole schiavi, ma figli. E la cosa più assurda è che
potrebbe benissimo mostrarsi per Colui che E' in qualsiasi momento e
allora non si potrebbe far altro che obbedire immediatamente senza
via di scampo. Lui però non vuole. Preferisce le porte chiuse e le
voci di scherno a uomini che non siano uomini.
“Dio non mi ha dato il
dono della fede!”. Vero, non te l'ha dato. Ma tu lo hai chiesto? Tu
lo hai desiderato? Lo hai cercato come perla preziosa? Hai lasciato
almeno aperta la porta del tuo cuore per questo Bambino? Dono non è
marchio indelebile sulla pelle dell'anima, ma un regalo prezioso
porto con gentilezza da un Bambino indifeso! Sembrerà strano ma Dio
crede così tanto in noi e nella nostra libertà, nelle nostre
potenzialità e nella nostra bontà che corre il rischio di rimanere
deluso. Amico, cercalo questo dono e potrai finalmente capire il
senso della parola Epifania

Scrivi benissimo, Dino!
RispondiEliminaGrazie Dani, vediamo se prima o poi scrivo qualcosa di più grosso :D
RispondiElimina